La vittoria del Bari contro il Mantova, seppur con tre punti in tasca, ha lasciato un retrogusto amaro tra i tifosi. Un successo definito da molti come fortunato, che ha acceso il dibattito sulla reale condizione della squadra. Massimiliano Tangorra, ex calciatore biancorosso nell’88/89′ e nel 93/94′, non ha usato mezzi termini, parlando in esclusiva alla rubrica di TuttoBari “Tangorra in…tackle”.
Le critiche
L’analisi di Tangorra si concentra sulla percezione di una squadra che, pur vincendo, non convince. L’ex centrocampista ha evidenziato come il Bari abbia “conquistato i tre punti grazie a un episodio favorevole”, un copione già visto in precedenza, suggerendo che la fortuna non possa essere un pilastro su cui costruire il successo a lungo termine. Secondo la sua visione, la formazione pugliese ha subito una “chiara involuzione tattica”, abbandonando l’idea di gioco propositiva che la caratterizzava in avvio di stagione. Questa regressione ha generato una situazione di evidente confusione, secondo Tangorra. I fischi del pubblico, in questo contesto, non sono altro che il segnale inequivocabile di un malessere diffuso: “I fischi sono per una squadra, compreso il suo allenatore, in confusione, che non sa come uscire da questa situazione. I tre punti sono soltanto una boccata d’ossigeno, la squadra non sta giocando. I problemi del Bari sono, a mio avviso, più strutturali”.
La nota positiva
In un quadro così critico, per Tangorra emergono alcune individualità capaci di tenere a galla la squadra. L’ex calciatore ha sottolineato il ruolo fondamentale di Cerofolini, il cui contributo in fase difensiva è stato determinante, quasi da regista arretrato, capace di leggere le situazioni e coprire le lacune della retroguardia. Allo stesso modo, l’efficacia di Moncini in attacco è stata cruciale, con la sua abilità nel capitalizzare le poche occasioni create. Tuttavia, l’ex biancorosso ha espresso una forte preoccupazione per questa dipendenza da pochi elementi: “Non si può poggiare un’intera rosa su due o tre giocatori a partita”, ha affermato, evidenziando come un gioco di squadra non possa prescindere da un contributo corale e da una solida organizzazione collettiva, piuttosto che affidarsi unicamente alle prodezze dei singoli.Tangorra ha infine evidenziato come in questo momento di incertezza, ogni giocatore che entra in campo si trovi in una situazione sfavorevole, quasi paralizzato dal timore di sbagliare e dall’incapacità di proporre gioco.




