Nel cuore pulsante del dibattito calcistico barese, la questione della multiproprietà continua a suscitare accese discussioni. Ex figure di spicco del Bari, tra cui Gian Piero Ventura e Lorenzo Amoruso, hanno espresso le loro opinioni su un tema che sembra aver raggiunto un punto di rottura. Le loro dichiarazioni, raccolte in un’intervista esclusiva, gettano luce su una situazione che molti considerano ormai insostenibile.
La voce degli ex protagonisti
Leonardo Bitetto, ex allenatore del Bari, ha sottolineato come la multiproprietà stia limitando le ambizioni del club: “L’idea che abbiamo un po’ tutti è che bisognerebbe davvero voltare pagina perché tutti ci sentiamo prigionieri di questa vicenda”. Le sue parole riflettono un sentimento diffuso tra i tifosi, che vedono nella situazione attuale un ostacolo per il futuro della squadra.
Salvatore Guastella ha evidenziato la frattura tra la proprietà e la piazza barese: “È evidente che ormai si è rotto definitivamente il rapporto tra loro e la piazza barese”. Questa rottura è percepita come un ulteriore ostacolo per il club, che fatica a trovare una direzione chiara. Gian Piero Ventura ha offerto una prospettiva pragmatica sulla questione: “Se ci fosse qualcuno interessato, io credo che un minimo di attenzione ci sarà”. Ventura suggerisce che la vendita del club potrebbe essere una soluzione, ma solo se le condizioni economiche fossero favorevoli.
Le parole di Amoruso e Lopez
Lorenzo Amoruso ha criticato apertamente la gestione della proprietà, accusandola di non voler investire nel Bari: “La proprietà non vuole salire. Quando il presidente definisce il Bari ‘succursale del Napoli’, di cosa stiamo parlando?”. Le sue parole risuonano come un grido di frustrazione per una situazione che sembra bloccata. Infine, Totò Lopez ha espresso un’opinione netta: “La prima responsabilità di tutto è la società. Questa gente non ha capito che a Bari non sono più graditi”. Lopez, come molti altri, vede nella cessione del club l’unica via d’uscita da una situazione ormai insostenibile.