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Bari, l’attacco non segna più: da oltre un mese le punte sono a secco

Il Bari non sa più vincere e il problema è chiaro: l’attacco è a secco. Da oltre un mese nessun attaccante trova la via della rete, una sterilità che preoccupa e complica la lotta salvezza.

Il pareggio a reti bianche contro il Sudtirol ha messo in luce, ancora una volta, le difficoltà del Bari in questa stagione. Se da un lato la difesa sembra dare timidi segnali di ripresa, con la porta inviolata a Bolzano, dall’altro emerge un problema sempre più profondo e preoccupante: l’attacco ha smesso di segnare, con gli uomini del reparto offensivo che non trovano la via del gol da più di un mese.

Una difesa in crescita non basta

Un solo gol subito nelle ultime tre partite è un dato che lascia intravedere un miglioramento nel reparto arretrato. Il clean sheet contro il Sudtirol, sommato all’1-1 con il Pescara, testimonia una ritrovata solidità difensiva. Tuttavia, questa compattezza non si sta traducendo in punti pesanti. I due pareggi per 0-0 e l’1-1 raccolti dimostrano che, senza un attacco incisivo, la squadra fatica a conquistare le vittorie. Non va inoltre dimenticato che, su scala stagionale, la difesa biancorossa rimane una delle più perforate del campionato, la quarta peggiore per numero di gol incassati.

L’attacco è un fantasma

Il vero nodo cruciale del momento negativo del Bari è il rendimento in attacco. Nelle ultime cinque partite, gli attaccanti non hanno mai lasciato il segno. Per trovare l’ultima marcatura di una punta biancorossa bisogna risalire al 7 novembre, quando Gytkjaer andò a segno nel pareggio contro lo Spezia. Da allora, il nulla. Le uniche reti siglate dalla squadra sono arrivate dai centrocampisti Maggiore, Castrovilli e Verreth. Una sterilità offensiva che, curiosamente, coincide con l’arrivo di Vivarini in panchina, mentre con la precedente gestione Caserta, pur con risultati altalenanti, il contributo delle punte non era mai mancato, ad eccezione delle primissime giornate di campionato.

La classifica ora fa paura

Questa prolungata assenza di gol da parte degli attaccanti ha conseguenze dirette su una classifica che si fa sempre più pesante. I punti persi per strada iniziano a essere troppi e il margine sulla zona retrocessione si è ridotto al minimo. Il Bari ha solamente tre lunghezze di vantaggio sulla Sampdoria, penultima, e sei sul Pescara, che chiude la classifica. Per raggiungere l’obiettivo salvezza, dichiarato dallo stesso Vivarini, è necessaria un’inversione di rotta immediata, a partire dal ritorno al gol dei suoi uomini più avanzati.