Guido Angelozzi, ex direttore sportivo del Bari, ha recentemente condiviso la sua analisi sulla difficile situazione della squadra biancorossa in un’intervista concessa a Repubblica. Le sue parole, cariche di preoccupazione ma anche di lucidità, offrono uno spunto di riflessione sul presente e sul futuro del club, con uno sguardo anche a un passato ancora vivo nella memoria dei tifosi.
Una squadra dalle poche idee
Osservando la squadra da lontano, Angelozzi non nasconde la sua delusione per l’attuale rendimento. Dopo aver assistito alla partita contro il Catanzaro, ha descritto la squadra come “molto piatta”, un giudizio netto che contrasta con le aspettative di inizio stagione, quando il Bari gli sembrava “davvero competitivo”. L’ex dirigente sottolinea come il calcio possa riservare sorprese inaspettate, un parallelismo con la sua esperienza a Frosinone nella passata stagione, ma la sua analisi evidenzia una mancanza di slancio e vitalità nell’organico attuale.
La strada per uscire dalla crisi
Secondo Angelozzi, la via d’uscita dalla crisi richiede azioni decise. In primo luogo, suggerisce di verificare la reale motivazione dei giocatori in rosa, per capire chi ha ancora “la forza per restare a Bari”. In secondo luogo, si aspetta un intervento significativo da parte della società sul mercato per acquisire “pedine importanti” in grado di risollevare le sorti della squadra. Il suo monito è chiaro: una retrocessione in Serie C rappresenterebbe un “disastro”, definendo il campionato come una vera e propria “trappola” da cui sarebbe difficile uscire.
Il ricordo della meravigliosa stagione fallimentare
L’intervista si conclude con un aneddoto legato alla “meravigliosa stagione fallimentare” e alla finale playoff persa contro il Latina. Angelozzi ricorda come la squadra arrivò a quell’appuntamento decisivo con giocatori chiave come Nadarevic infortunato e Galano non al meglio. Tuttavia, la sua convinzione più profonda, un “chiodo fisso”, è che l’esito sarebbe stato diverso se non ci fosse stato il cambio di società proprio a ridosso dei playoff. Per l’ex ds, fu proprio in quel momento che “si ruppe l’incantesimo” di una stagione indimenticabile.




