Il Bari si appresta a vivere una nuova stagione con l’obiettivo di consolidare la propria posizione e puntare a traguardi ambiziosi. Ripercorrendo le tappe del passato, emerge un’estate cruciale, quella del 2010, segnata dall’arrivo del direttore sportivo Guido Angelozzi e dalla cessione di due pilastri difensivi come Bonucci e Ranocchia. Un’annata che, tra illusioni e delusioni, ha lasciato un’eredità importante per il futuro del club.
L’era Angelozzi: un nuovo corso per il Bari
L’estate del 2010 segnò un punto di svolta per il Bari, con l’arrivo di Guido Angelozzi a sostituire Giorgio Perinetti nel ruolo di direttore sportivo. Questo cambio al vertice rappresentò una ventata di novità e nuove strategie per il club biancorosso, che si preparava ad affrontare il suo trentesimo campionato di Serie A. Angelozzi si trovò subito di fronte a scelte importanti, come la gestione dei cartellini di giocatori chiave come Barreto e Almiron, acquistati per metà, e la difficile decisione di cedere la promettente coppia difensiva Bonucci-Ranocchia, destinata a una brillante carriera. La stagione 2010/2011 si rivelò particolarmente difficile, con la squadra che faticò a trovare la giusta quadratura e a ottenere risultati positivi. Nonostante gli sforzi di Angelozzi e del suo staff, il Bari retrocesse in Serie B, lasciando l’amaro in bocca ai tifosi e aprendo un nuovo capitolo nella storia del club.
Bonucci e Ranocchia: addio a due pilastri della difesa
La cessione di Leonardo Bonucci e Andrea Ranocchia rappresentò una perdita significativa per il Bari. I due giovani difensori, cresciuti nel settore giovanile biancorosso, si erano affermati come punti di forza della squadra, attirando l’attenzione di club più blasonati. La loro partenza, seppur dolorosa, era dettata dalla necessità di fare cassa e di investire su altri giocatori per rinforzare la rosa. Bonucci, in particolare, si trasferì alla Juventus, dove divenne uno dei difensori più apprezzati a livello internazionale, vincendo numerosi scudetti e raggiungendo la finale di Champions League. Ranocchia, invece, passò all’Inter, dove visse alti e bassi, ma dimostrando sempre le sue qualità di leader e di difensore affidabile.
I sostituti di Angelozzi
La loro assenza si fece sentire nella retroguardia barese, che faticò a trovare un equilibrio e a garantire la solidità difensiva necessaria per competere in Serie A. Gli acquisti di Andrea Raggi e Marco Rossi non bastarono a colmare il vuoto lasciato dai due giovani talenti, e la squadra subì troppi gol, compromettendo le sue possibilità di salvezza. La cessione di Bonucci e Ranocchia rappresentò quindi un momento cruciale nella storia del Bari, segnando la fine di un ciclo e l’inizio di una nuova era, caratterizzata da scelte diverse e da una rosa profondamente rinnovata.
Ghezzal: una meteora al San Nicola
L’arrivo di Abdelkader Ghezzal dal Siena suscitò grandi aspettative tra i tifosi del Bari. L’attaccante algerino, reduce da una buona stagione in Toscana, sembrava il rinforzo ideale per il reparto offensivo biancorosso. Tuttavia, la sua esperienza in Puglia si rivelò deludente, con sole due reti messe a segno in campionato. Ghezzal faticò ad integrarsi nel gioco della squadra e a trovare la giusta condizione fisica, deludendo le aspettative e non riuscendo a dare il contributo sperato. La sua avventura al Bari si concluse dopo pochi mesi, con il giocatore che fece ritorno al Siena senza lasciare un segno significativo.