L’ex Kamatá: “A Bari mi sentivo Maradona. Puntavo molto su Ranocchia”

Pedro Kamatá e la sua indimenticabile esperienza a Bari: dalla promozione in Serie A al legame speciale con i tifosi biancorossi.

La storia del Bari Calcio è costellata di momenti indimenticabili, ma pochi sono stati tanto significativi quanto la promozione in Serie A nella stagione 2008-09. Un’annata che ha visto protagonisti giocatori come Pedro Kamatá, che ha lasciato un segno indelebile nel cuore dei tifosi biancorossi. L’ex centrocampista francese giocò tre stagioni con i biancorossi, dal 2008 al 2010, giocando 62 presenze e segnando un gol.

Kamatà e un legame speciale con la città

Pedro Kamatá, arrivato a Bari come un giocatore poco conosciuto, è diventato rapidamente un idolo per la tifoseria. La sua umiltà e il suo talento hanno conquistato il pubblico, che lo ha accolto come un figlio. L’ex dei pugliesi ricorda con affetto il calore della curva Nord e la vita semplice che conduceva tra casa e allenamenti:”Il ricordo più bello che ho di Bari è il pubblico, la Nord mi ha trattato come un figlio. Sono arrivato da giocatore sconosciuto e mi hanno dato fiducia sin dal primo momento. Bari era la città perfetta per me. Io abitavo a Modugno e andavo all’allenamento in treno. La gente mi incontrava, mi riconosceva e non ci credeva. Penso che la mia umiltà li abbia colpiti”.

La svolta della stagione

La stagione 2008-09 ha visto il Bari rinforzarsi con gli arrivi di Guberti e Kutuzov, che hanno dato nuova linfa alla squadra. Dopo Natale, il gruppo ha trovato la giusta alchimia, spingendo senza esitazioni verso la promozione: “Il momento della svolta è stato dopo Natale. Eravamo reduci da un ottimo momento e con l’arrivo di Guberti e Kutuzov abbiamo preso forza e non abbiamo più guardato indietro. Gli innesti e la forza che aveva già acquisito il gruppo sono stati la svolta”. Kamatá sottolinea come il carisma di Antonio Conte sia stato fondamentale per il successo, un allenatore che già allora mostrava segni di grandezza: “Conte ci chiedeva sempre il massimo e ci dava tutto il suo carisma e la sua bravura, in cambio. Non ha mollato mai, dal primo giorno di ritiro sino a quando è andato via. Lui, sin da quell’annata a Bari, si era messo in testa che voleva arrivare ad altissimi livelli e in effetti, in pochi anni, ci è riuscito. Era un predestinato e lo capivi da tante cose, dagli allenamenti sino alla più piccola inezia”.

Ricordi indelebili

Nonostante siano passati anni, il legame tra l’ex centrocampista e Bari è rimasto intatto. Anche durante una visita recente, l’accoglienza è stata calorosa, segno che l’affetto dei tifosi non si è mai spento. Per Kamatá, essere ricordato con tanto affetto è una delle più grandi soddisfazioni della sua carriera, e ricorda bene anche un suo compagno da cui si aspettava di più: “Per me uno come Ranocchia poteva fare molto di più. Ha fatto un’ottima carriera ma aveva un’eleganza e un piede che avrebbero meritato un destino diverso”.