Massimiliano Tangorra, ex calciatore con un passato sia nel Bari che nella Reggiana, ha offerto la sua prospettiva in vista dell’incontro tra le due squadre, in un’intervista al Corriere del Mezzogiorno.
Il legame con le due piazze
Tangorra ha ripercorso la sua esperienza con la Reggiana, ricordando la stagione 1995/96 in Serie B, culminata con la promozione in A sotto la guida di Carlo Ancelotti. Quella squadra, che includeva nomi come Gregucci, Ballotta e De Napoli, riuscì a risalire la classifica dopo un inizio difficile, inanellando diciotto risultati utili consecutivi: “Sulla panchina granata sedeva Ancelotti, all’esordio da primo allenatore dopo l’avventura di vice Sacchi con l’Italia. Alla fine del Mondiale prese la Reggiana in B appena retrocessa e all’ottava giornata si era ultimi a quattro punti col Venezia. Alla fine salimmo in A insieme a Bologna, Verona e Perugia”.
Le criticità difensive del Bari
Analizzando le problematiche dell’attuale Bari, Tangorra ha puntato l’attenzione sul reparto difensivo. A suo giudizio, mentre il centrocampo e l’attacco dispongono di numerose soluzioni e giocatori di qualità superiore alla media della Serie B, la retroguardia non convince. Ha elogiato le prestazioni del portiere Cerofolini, che ha “salvato la partita di Chiavari e col Padova con un Bari surclassato per buoni 70 minuti”, ma ha espresso riserve sulla qualità complessiva dei difensori, affermando: “Non vedo difensori all’altezza”.
Personalità e mentalità
Un altro aspetto cruciale evidenziato da Tangorra riguarda la personalità e la mentalità della squadra biancorossa, un problema che, a suo dire, “si trascina da diversi anni”. L’ex calciatore ha sottolineato come giocare in una piazza “calda” e importante come Bari richieda, oltre alle qualità tecniche e fisiche, anche specifiche “prerogative caratteriali per gestire la pressione che inevitabilmente questa piazza mette”.
Le difficoltà offensive
Le difficoltà del Bari nel concretizzare in attacco, nonostante la presenza di buone individualità, sono state attribuite da Tangorra a due fattori principali. Il primo è legato ai cambiamenti tattici dell’allenatore Caserta, che “ad un certo punto ha cambiato modulo, sconfessando la sua idea tattica dopo due mesi di lavoro”, togliendo certezze alla squadra. Il secondo fattore riguarda la condizione fisica dei giocatori, con la scelta di “giocatori senza i novanta minuti nelle gambe”.




