Lorenzo Amoruso, figura storica del calcio barese, ha espresso con profonda amarezza il suo punto di vista sulla situazione attuale del Bari in un’intervista rilasciata a La Gazzetta del Mezzogiorno. L’ex difensore, cresciuto nel settore giovanile biancorosso fino all’esordio in Serie A per un totale di 84 presenze e otto gol, ha condiviso le sue preoccupazioni, evidenziando un distacco crescente tra la città e la squadra che un tempo riempiva il San Nicola di gioia. Di seguito un estratto dell’intervista, qui completa.
La gestione De Laurentiis secondo Amoruso
Amoruso non nasconde la sua perplessità riguardo alla gestione della società, pur riconoscendo la capacità della famiglia De Laurentiis di fare calcio a Napoli: “È difficile comprendere come si sia arrivati a questo punto quando si osserva la gestione del club partenopeo, che ogni anno dimostra di saper investire con intelligenza. A Bari, invece, si percepisce un lento declino, quasi un’agonia che sta spegnendo anche la passione di una tifoseria straordinaria.” L’ex calciatore ha puntato il dito contro il modello della multiproprietà, definendolo un ostacolo insormontabile che crea un abisso tra le ambizioni delle due squadre. “Nessuno si aspetta gli stessi investimenti di Napoli, ma manca la volontà di costruire una squadra che lotti per vincere,” ha aggiunto, sottolineando come questa disparità sia evidente a chiunque.
Mercato e ambizioni perdute
L’analisi di Amoruso si è poi concentrata sul mercato estivo e sulla composizione della rosa. Nonostante le iniziali speranze di molti, i risultati sul campo hanno smentito le aspettative: “La squadra attuale farà fatica a raggiungere i playoff. Mi addolora profondamente leggere di calciatori che scelgono Frosinone o Empoli al posto del Bari. Questo è inaccettabile per una piazza con la nostra storia e il nostro blasone.”
Caserta e la ricerca di soluzioni
Riguardo alla guida tecnica, Amoruso ha riconosciuto la chiarezza delle idee di mister Caserta, orientate a un calcio propositivo. Tuttavia, ha evidenziato le difficoltà nello sviluppo del progetto e la fragilità caratteriale della squadra: “Le verità del campo non possono essere ignorate. Un bravo allenatore deve saper trovare soluzioni, anche a costo di adattare il proprio credo tattico, soprattutto quando i risultati non arrivano e le prestazioni sono mediocri.”




