Giocare in superiorità numerica si sta rivelando un ostacolo quasi insormontabile per il Bari in questa stagione. L’incapacità di capitalizzare il vantaggio di un uomo in più è diventata una costante preoccupante, come dimostrato anche nella recente trasferta di Bolzano contro il Südtirol. Invece di un’opportunità, l’espulsione di un avversario si trasforma in un momento di blocco per la squadra, che non riesce a cambiare marcia e a imporre il proprio gioco.
Un copione che si ripete: da Bolzano a La Spezia
Contro il Südtirol, il Bari ha avuto a disposizione un ampio frangente di gara per sfruttare l’uomo in più, ma la manovra è rimasta lenta e prevedibile. Il possesso palla, anziché tradursi in una pressione costante, è risultato sterile, permettendo agli avversari di riorganizzarsi e difendere il risultato senza particolari affanni. Questo episodio non è un caso isolato, ma ricalca quanto già visto in altre occasioni. Contro lo Spezia, ad esempio, la squadra ha giocato un intero secondo tempo in superiorità numerica senza mai riuscire ad alzare il ritmo. Anche in quella circostanza, il match si è concluso con un pareggio per 1-1, lasciando l’amaro in bocca per una grande occasione sprecata.
Il precedente con il Pescara e un limite caratteriale
La stessa dinamica si era manifestata anche nella partita contro il Pescara, quando un’espulsione al 31′ del primo tempo aveva concesso al Bari oltre un’ora di gioco con l’uomo in più. Il risultato? Un altro pareggio per 1-1, caratterizzato da una manovra farraginosa e una scarsa incisività in fase offensiva. Tre partite in superiorità numerica, tre pareggi e nessuna vittoria: un bilancio che evidenzia un limite non solo tecnico, ma soprattutto mentale. La squadra sembra incapace di assumersi la responsabilità di forzare la giocata e accelerare quando la situazione lo richiede, lasciando per strada punti fondamentali per il campionato.




