Il pareggio per 1-1 contro il Pescara ha lasciato un’onda di malcontento tra i tifosi del Bari, che hanno manifestato il loro disappunto attraverso i social network e con iniziative di protesta. La delusione per la prestazione in campo si unisce alla critica verso la gestione societaria, culminando in una giornata di forte tensione.
Una prestazione deludente e recriminazioni tecniche
La reazione dei tifosi al termine della partita non si è fatta attendere. Molti hanno definito la prestazione della squadra come inadeguata, paragonandola a un incontro di categoria inferiore. Le critiche si sono concentrate sulla condizione atletica dei giocatori, giudicata precaria, e su episodi specifici del match, come i due rigori falliti e le tre espulsioni che hanno caratterizzato una gara caotica. Tra i commenti emerge anche il rammarico per alcune scelte di mercato, con il pensiero rivolto a giocatori non più in rosa che, secondo alcuni, avrebbero potuto garantire punti preziosi per una salvezza più tranquilla.
Lo stadio deserto e il commento di un ex
Uno dei segnali più forti del malessere della tifoseria è stata la scarsa affluenza di pubblico al San Nicola. Una scelta precisa, sostenuta da molti sui social, che avrebbero preferito una simile diserzione fin dall’inizio della stagione, evitando di sottoscrivere abbonamenti o acquistare biglietti. A dare manforte a questa linea è intervenuto anche Angelo Terracenere, ex difensore del Bari tra gli anni ’80 e ’90, che ha commentato la notizia dei pochi spettatori con un lapidario “Era ora”, sintetizzando il pensiero di una parte significativa del tifo organizzato.
La protesta si sposta in piazza: nel mirino società e vertici del calcio
Il dissenso non si è limitato al web, ma è sfociato in una manifestazione in Piazza Prefettura. I tifosi hanno espresso la loro frustrazione per quello che definiscono un progetto societario poco chiaro e irrispettoso verso la città. Le accuse principali riguardano promesse non mantenute e una gestione che starebbe allontanando le nuove generazioni dalla passione per la squadra. La responsabilità, secondo i manifestanti, non è solo del club, ma anche delle istituzioni calcistiche, accusate di indifferenza di fronte a una situazione che rischia di compromettere il futuro del tifo barese.




