L’ex Tangorra critico sul Bari: “Squadra senza identità e con poco carattere”

L’ex calciatore biancorosso Massimiliano Tangorra ha offerto una lucida analisi sulla situazione attuale del Bari, commentando la prestazione della squadra contro il Catanzaro. Intervenuto nella rubrica di approfondimento di TuttoBari, Tangorra ha messo in luce quelle che, a suo parere, sono le principali criticità della formazione pugliese: una marcata assenza di personalità e un’identità di gioco non ancora definita.

Un’analisi senza sconti: i limiti caratteriali del Bari

Secondo l’ex difensore, la sconfitta contro il Catanzaro non è un episodio isolato, ma la conseguenza di limiti caratteriali già emersi in altre occasioni. Tangorra ha sottolineato come la squadra non riesca a imporre il proprio gioco e a sopraffare gli avversari, anche quando si trova in superiorità numerica o affronta formazioni tecnicamente inferiori. “Il Bari, ancora una volta, dimostra di non avere personalità dal punto di vista caratteriale”, ha affermato, evidenziando una fragilità che impedisce al gruppo di ottenere risultati positivi con continuità. Questa mancanza di un’identità di squadra, secondo Tangorra, è il vero tallone d’Achille che ha portato il Bari a soccombere in più occasioni.

Gestione dei singoli: da Mané a Bellomo

Tangorra ha espresso il suo parere anche su alcuni singoli. Ha definito un errore l’esordio del giovane Moussa Mané in un momento così critico per la squadra, sostenendo che i talenti emergenti dovrebbero essere inseriti gradualmente e in contesti più sereni per favorirne l’ambientamento. Riguardo a Nicola Bellomo, autore del gol su rigore, l’ex calciatore ha riconosciuto la sua prestazione come una delle poche note liete della giornata. Tuttavia, ha precisato che l’impegno e l’iniziativa mostrati dal fantasista barese dovrebbero essere la normalità per tutti i giocatori. Ha inoltre ridimensionato l’impatto della sua performance, osservando come sia arrivata in una fase di gioco in cui il Catanzaro, già in vantaggio di due gol, sembrava più intento a gestire il risultato che a infierire.