In occasione di una visita allo store di Casabari, con la Mitropa Cup del 1990 ancora in esposizione, la leggenda biancorossa Angelo Terracenere ha condiviso il suo pensiero sul momento attuale della squadra. Tra ricordi gloriosi e un’analisi critica del presente, le sue parole offrono uno spunto di riflessione sul percorso del Bari, mettendo a confronto l’anima della squadra di un tempo con le difficoltà di oggi.
Dal trionfo in Mitropa Cup alla critica tattica
Il punto di partenza è un ricordo indelebile per i tifosi: la vittoria della Mitropa Cup nel 1990. Terracenere rievoca con affetto quel successo per 1-0 contro il Genoa, un trionfo a cui contribuì personalmente con l’assist per il gol decisivo di Perrone. L’ex centrocampista descrive quel gruppo come “una famiglia”, unito e coeso, dove persino nello spogliatoio si parlava dialetto barese e molfettese. Un forte senso di appartenenza alimentato da giocatori che restavano legati alla maglia per anni, in netto contrasto con la situazione attuale, caratterizzata da un profondo rinnovamento della rosa. “Mi dispiace essere critico, ma dico sempre quello che penso”, ha ammesso Terracenere, sottolineando come la squadra di quest’anno abbia cambiato dieci undicesimi della sua formazione.
Bocciatura del modulo e responsabilità condivise
L’analisi di Terracenere si sposta poi sul campo, con una critica diretta all’assetto tattico. Secondo l’ex giocatore, moduli come il 3-4-1-2 o il 3-5-2 sarebbero più adatti alle caratteristiche della rosa attuale, mentre il 4-3-3 “fa acqua dappertutto”. La sua disamina non risparmia nessun reparto: se la squadra subisce gol, la colpa è di un meccanismo che non funziona a dovere. Gli attaccanti non effettuano un pressing adeguato, il centrocampo concede troppi spazi e la difesa è composta da giocatori con pecche a livello individuale. Per Terracenere, l’emblema di queste difficoltà è il gol subito contro lo Spezia, un episodio che, a suo dire, riassume le problematiche del Bari di questa stagione.




