Il pareggio esterno contro lo Spezia ha lasciato sensazioni contrastanti in casa Bari. Se da un lato un punto in trasferta è sempre un risultato utile, dall’altro l’incapacità di sfruttare la superiorità numerica per quasi tutto il secondo tempo ha messo in luce le difficoltà di una squadra ancora alla ricerca di una precisa identità. A questo si aggiunge un nervosismo crescente, manifestato da Fabio Caserta nel post-partita, che fotografa il momento delicato vissuto dai biancorossi.
Un’identità tattica ancora da trovare
Nonostante il passaggio alla difesa a tre abbia garantito una maggiore solidità al reparto arretrato, il Bari di Caserta sembra fermarsi lì. Le certezze tattiche non si estendono al resto del campo, dove regna l’incertezza. Il centrocampo, pur ricco di talento con giocatori come Castrovilli, Maggiore e Darboe, non ha ancora trovato un leader o un assetto capace di dettare i tempi di gioco. Anche il reparto offensivo è un cantiere aperto: il tecnico continua ad alternare moduli, passando dalle due punte Moncini e Gytkjaer a un attacco con un solo centravanti supportato da due trequartisti, senza però individuare una soluzione che garantisca efficacia e stabilità.




