L’eco di un passato calcistico glorioso risuona ancora oggi nelle parole di Zbigniew Boniek, ex stella del calcio polacco e allenatore con un trascorso anche in Puglia. In una recente intervista, Boniek ha ripercorso la sua esperienza sulla panchina del Bari, tra ricordi affettuosi e un velo di rammarico per una stagione che avrebbe potuto avere un esito diverso.
L’assenza di un bomber: un fardello troppo pesante
Il ricordo più vivido, e forse il più doloroso, per Boniek è legato alla mancanza di un attaccante di peso. “Quando sono arrivato a Bari, la situazione era già abbastanza problematica, soprattutto per la mancanza di attaccanti”, ha confessato. “Mi ricordo che c’era ancora il mercato invernale e dissi: ‘Prendiamo un attaccante giovane e bravo’. Suggerii Zamorano o Weah, che all’epoca era ancora sconosciuto. Ma non arrivò nessuno. E alla fine siamo retrocessi. Non da ultimi in classifica, ma all’ultimo posto utile per retrocedere. Con pochissimi punti in più ci saremmo salvati.” Un rimpianto che ancora oggi brucia, la consapevolezza che con un bomber di razza la storia di quella stagione avrebbe potuto essere scritta diversamente.
Joao Paulo, il talento inespresso
Un altro fattore che ha pesato come un macigno sulla stagione del Bari è stato l’infortunio di Joao Paulo, il fantasista brasiliano che Boniek considerava un elemento chiave per il successo della squadra. “Con lui sarebbe stata tutta un’altra storia”, ha dichiarato con amarezza. Il talento del brasiliano, purtroppo, non ha potuto esprimersi appieno a causa dei problemi fisici, privando il Bari di una pedina fondamentale nel suo scacchiere tattico.
Un calcio che non c’è più
Boniek ha poi espresso il suo pensiero sull’evoluzione del calcio moderno, sottolineando le differenze abissali rispetto alla sua epoca. “È un calcio che non esiste più”, ha affermato. “Oggi il calcio è diventato tutt’altra cosa: è uno spettacolo, uno show. Sono due mondi completamente diversi. Le squadre sono piene di giocatori, è cambiato anche il ritmo del gioco. Fare qualcosa di buono nel calcio di oggi dà una soddisfazione enorme, anche perché il ritorno mediatico è molto più grande rispetto al passato. Una volta si giocava la partita, poi c’erano un paio di commenti e durante la settimana tornava la tranquillità. Adesso, invece, è un bombardamento continuo sui social: se ne parla ogni giorno, ovunque”. Un’analisi lucida e spietata di un mondo in continua trasformazione, dove il calcio è diventato sempre più business e spettacolo.
L’affetto per la tifoseria barese
Nonostante le difficoltà e la retrocessione, Boniek conserva un ricordo positivo della tifoseria barese, un pubblico appassionato e caloroso che lo ha sempre sostenuto. “Buona gente, buona città che tifava la squadra”, ha detto con affetto. “Ricordo anche uno striscione in curva nord: ‘In B ma con Zibi’. Ero un personaggio che piaceva. Ma purtroppo abbiamo pagato la mancanza di forza offensiva.” Un legame speciale, quello tra Boniek e Bari, che va al di là dei risultati sportivi e che testimonia l’importanza del rapporto umano nel mondo del calcio.