Multiproprietà e Bari: un amore mai sbocciato

La gestione del Bari da parte di De Laurentiis: tra speranze disattese e sfide della multiproprietà, il futuro del club è incerto.

La storia del Bari sotto la gestione della famiglia De Laurentiis è un racconto di speranze disattese e di un amore mai veramente nato. Nel 2018, quando la Filmauro acquisì il titolo sportivo del club, i tifosi sognavano un futuro radioso, ispirati dal successo del Napoli. Tuttavia, le aspettative si sono scontrate con la realtà delle multiproprietà e delle normative federali.

La sfida della multiproprietà

La gestione del Bari da parte di Aurelio De Laurentiis ha sollevato numerose polemiche, soprattutto a causa delle restrizioni imposte dalla multiproprietà. Le norme federali, infatti, impediscono a un singolo soggetto di controllare più società professionistiche, costringendo il Bari a rimanere in una sorta di limbo, senza la possibilità di aspirare alla Serie A.

Investimenti e risultati

Nonostante gli investimenti significativi, con 24 milioni di euro spesi tra versamenti e rinunce a finanziamenti, il Bari ha faticato a trovare stabilità economica. Le perdite accumulate, specialmente durante il periodo Covid, hanno messo in luce le difficoltà di gestire un club al di fuori della Serie A, dove i diritti TV sono una risorsa fondamentale.

Il futuro incerto

Con l’obbligo di vendere entro il 2028, il futuro del Bari è incerto. I tifosi temono che, anche in caso di promozione, il club possa dover ripartire dalla Serie D. La gestione di De Laurentiis, seppur equilibrata, non ha saputo soddisfare le ambizioni di una città affamata di calcio, lasciando un senso di tradimento tra i sostenitori.