Il Bari si trova in un momento cruciale della sua stagione, con la squadra che naviga nelle posizioni più basse della classifica di Serie B. La situazione attuale, caratterizzata da soli due punti e nessuna vittoria, ha acceso un campanello d’allarme, rendendo le prossime sfide decisive per il percorso del club.
Sotto osservazione
L’allenatore Fabio Caserta è sotto esame, come spesso accade in queste circostanze. Tuttavia, la responsabilità non può essere attribuita unicamente al tecnico. La squadra, pur composta da elementi tecnicamente validi, sembra mancare di quelle peculiarità fondamentali per la Serie B: corsa, ritmo, intensità e solidità. I biancorossi appaiono lenti, compassati e talvolta poco reattivi, mostrando una fragilità che si manifesta sia in fase difensiva che offensiva. Le difficoltà si evidenziano in particolare nel reparto difensivo. L’infortunio di Vicari ha creato un’emergenza, costringendo a soluzioni inedite e mettendo in luce la limitatezza delle opzioni. La squadra, inizialmente pensata per un modulo 4-3-3, ha mostrato lacune evidenti con l’adozione di un 3-5-2 o sue varianti, evidenziando una coperta corta in alcuni settori. Anche l’attacco fatica a trovare la via del gol. Con un numero limitato di punte pure come Gytkjaer, Moncini e Cerri, la squadra si affida spesso a esterni e trequartisti come Partipilo, Antonucci, Sibilli, Rao e Gaston Pereiro, che devono adattarsi a ruoli più avanzati, pur non avendo sempre un elevato bottino di reti nella loro carriera. Questo rende la costruzione del gioco offensivo un puzzle complesso, lontano dalla sua matrice originale.
Se Caserta esce, chi entra?
I numeri parlano chiaro: la squadra ha subito nove gol, posizionandosi tra le peggiori difese del campionato, e non ha registrato nemmeno un “clean sheet” in cinque giornate. In ben tre occasioni ha incassato più di un gol. Un dato preoccupante è la tendenza a subire il primo gol in tutte le partite disputate, riuscendo a recuperare il pareggio solo in due occasioni. Sul fronte offensivo, i soli tre gol realizzati e la scarsa pericolosità negli indici di creazione di azioni e tiri in porta, con appena due calciatori andati a segno, confermano un’evidente regressione rispetto alle aspettative iniziali. Nonostante la situazione critica, la dirigenza ha ribadito la fiducia in Fabio Caserta, sperando in una svolta. Tuttavia, l’ipotesi di un cambio in panchina non è del tutto esclusa. Tra i nomi che potrebbero essere considerati, Moreno Longo, ancora sotto contratto, rappresenterebbe un’opzione per la sua concretezza e la solidità dimostrata nella stagione precedente. Altri profili come Alessandro Nesta o Roberto D’Aversa, pur apprezzati, sembrano meno raggiungibili per diverse ragioni, inclusi i parametri d’ingaggio. Il panorama dei tecnici disponibili e compatibili con le risorse economiche del club appare limitato, rendendo ogni decisione complessa in un momento così delicato.