Caputo: “Conte mi spronò per vedere il campo. Che bello il ritorno al San Nicola”

Ciccio Caputo ripercorre la sua avventura al Bari: dall’incoraggiamento di Conte al difficile addio, segnato da incomprensioni societarie e il rapporto incrinato con la tifoseria. Poi parla della dolce rivincita al San Nicola.

Francesco Caputo, ex attaccante del Bari a più riprese, ha recentemente condiviso con il portale Chiamarsi Bomber un racconto intimo e dettagliato della sua esperienza in biancorosso. “Ciccio” ha ripercorso momenti di gioia, sfide inattese e anche l’addio controverso. Le sue parole offrono uno spaccato significativo di un periodo cruciale della sua carriera e della storia recente del club pugliese, rivelando retroscena e sentimenti mai sopiti per la maglia.

L’esordio e la fiducia di Conte

L’arrivo di Caputo a Bari, proveniente dalla C2, fu inizialmente segnato dall’idea di un prestito immediato. Tuttavia, il ritiro precampionato cambiò le carte in tavola. L’allora tecnico Antonio Conte, nel 2008/2009, espresse parole di grande incoraggiamento. “Ricordo che il mister mi disse di continuare con quell’impegno, perché se avessi meritato, avrei trovato spazio in campo con lui”, ha rivelato Caputo, sottolineando la fiducia riposta dal tecnico. Nonostante una prima fase di campionato trascorsa spesso in tribuna, con attaccanti del calibro di Cavalli, Volpato e Barreto a precederlo nelle gerarchie, la sua prima occasione da titolare si trasformò in un giorno indimenticabile, coronato da una tripletta.

Le turbolenze societarie e la rottura

Il percorso di Caputo a Bari prese una piega inaspettata a causa di profonde difficoltà societarie. “Accaddero molte cose strane a livello di gestione, con i Matarrese in difficoltà economiche e il passaggio di proprietà a Paparesta”, ha spiegato l’attaccante. A ciò si aggiunsero cambi in panchina, con l’inizio sotto mister Mangia e la conclusione con Nicola, con cui, a detta di Caputo, “non scattò mai la giusta intesa”. Nonostante avesse appena rinnovato il contratto e fosse diventato capitano, maturò la decisione di cercare nuove esperienze. La situazione precipitò nell’agosto di quell’anno, in vista del derby di Coppa Italia contro il Foggia. “Il presidente, a suo dire, mi mise la piazza contro, affermando che non volessi giocare il derby”, ha raccontato Caputo, descrivendo come gli ultras reagirono con uno striscione di contestazione, segnando la fine del rapporto con una parte della tifoseria.

La rivincita e l’amore per il Bari

Il rammarico per non essere riuscito a ricucire il legame con la tifoseria è ancora presente, ma Caputo ha trovato una piccola, dolce soddisfazione. “Quando tornai al San Nicola con l’Empoli, vincemmo quattro a zero e riuscii a segnare. L’intero stadio si alzò in piedi ad applaudirmi”, ha ricordato, un momento di riconciliazione simbolica. L’attaccante ha sempre professato il suo amore per il Bari, una passione nata fin da ragazzo, quando frequentava la curva e sognava di calcare quel campo. “Sono sempre stato tifoso del Bari, da giovane andavo spesso in curva e dicevo al mio allenatore che un giorno avrei giocato in quello stadio”, ha concluso, aggiungendo che, pur desiderando un ritorno, l’occasione non si è mai concretizzata.