Bari, nostalgia Serie A: il racconto dell’ultima promozione

Sedici anni dopo l’ultima promozione in A, ripercorriamo con i protagonisti un’era indimenticabile. Ricordi, aneddoti e la nostalgia di un Bari che manca.

Sedici anni. Un’eternità nel calcio, un periodo in cui una generazione intera di tifosi del Bari ha conosciuto più ombre che luci. Dalla gioia effimera della promozione in Serie A nel 2008-09, seguita da una retrocessione amara, il club ha attraversato tempeste di calcio scommesse, penalizzazioni e fallimenti. Ma nel cuore dei tifosi biancorossi, e soprattutto in quello dei protagonisti di quella cavalcata trionfale, il ricordo di quei momenti magici è ancora vivo. Per questo, abbiamo deciso di ripercorrere quel periodo attraverso le voci di chi l’ha vissuto in prima persona, per assaporare e far assaporare un’epoca che sembra lontanissima.

Il ricordo indelebile della promozione

“Piazze come Bari ce ne sono pochissime in Italia”, raccontano all’unisono i protagonisti di quella stagione. La festa promozione del maggio 2009 è rimasta impressa nella memoria collettiva, un’emozione condivisa tra giocatori e tifosi. Uomini prima che calciatori, ognuno con la propria storia e con la stessa voglia di raggiungere un obiettivo comune. Un gruppo che ha saputo creare un’alchimia speciale, trascinando un’intera città verso un sogno.

I protagonisti di un’era

Gli artefici di quella promozione hanno avuto carriere di successo. Basti pensare a Conte e al suo staff, riconosciuti a livello mondiale, o a Stellini, all’epoca calciatore e oggi vice del tecnico salentino. E poi Perinetti, direttore sportivo tra i più apprezzati in Italia. Figure che hanno lasciato un segno indelebile nella storia del Bari, contribuendo a costruire un’identità vincente.

Bari, trampolino di lancio

Molti calciatori hanno trovato a Bari il terreno ideale per esprimere il proprio talento, raggiungendo l’apice della loro carriera proprio in Puglia. Un ambiente stimolante, capace di esaltare le qualità individuali e di creare un gruppo coeso. “Fa sorridere quando qualcuno, al giorno d’oggi, parla di Bari come una piazza con troppa pressione e dove si fa fatica a sbocciare”, sottolineano alcuni protagonisti di quell’epoca. Un’affermazione che stride con la realtà di chi ha vissuto sulla propria pelle la passione e il calore del pubblico barese.

La nostalgia di un calcio che fu

Dopo quasi vent’anni, l’assenza del Bari dai palcoscenici che contano si fa sentire. “E si fa ancora più fatica ad accettare che non si abbia neanche l’intenzione di riportare il galletto dove è stato per tanto tempo”, ammettono con amarezza i protagonisti di quella promozione. Per ora, non resta che aggrapparsi ai ricordi, alle prodezze di Barreto, ai voli di Gillet, alle galoppate di Kamatá, ai gol di Kutuzov, alle magie di Rivas e alla solidità di Ranocchia. Un passato glorioso che serve a ricordare a tutti che il Bari è stato grande e che, un giorno, potrà tornare ad esserlo.