Bari 2025/26: ecco la rosa momentanea con cui lavorerà Caserta

Caserta e la costruzione dal basso: finora è stata un flop, ecco i problemi

Il Bari di Caserta affronta il tema della costruzione dal basso dopo il 3-0 subito a Modena. Un’analisi dettagliata delle difficoltà tattiche e della necessità di tempo e interpreti adeguati per un progetto ambizioso.

La trasferta di Modena ha rappresentato un banco di prova significativo per il Bari, culminata in una sconfitta per 3-0 che ha evidenziato le sfide tattiche e strutturali della squadra. Il risultato ha messo in luce le difficoltà nell’applicazione di un’idea di gioco ambiziosa, lasciando la formazione pugliese con la necessità di una profonda riflessione sui propri meccanismi. La partita ha sottolineato come la visione del tecnico Caserta, pur moderna e potenzialmente efficace, richieda ancora tempo, interpreti specifici e una precisione quasi chirurgica per tradursi in risultati concreti sul campo.

Caserta e un progetto ambizioso ma incompleto

Il progetto di Caserta passa dalla costruzione dal basso. Un’idea chiara, moderna e ambiziosa, che però necessita di tempo per essere assimilata e applicata con efficacia. La trasferta di Modena, chiusa con un pesante 3-0, ha mostrato limiti evidenti soprattutto da questo punto di vista: il Bari non è ancora riuscito a completare sequenze pulite di passaggi partendo dalla difesa fino ad arrivare alla conclusione. Quando la manovra si arena dietro e il pallone torna ai difensori solo per un lancio lungo, ci si chiede se non sarebbe più funzionale una semplice rimessa del portiere per guadagnare subito metà campo e costruire da lì.

Le difficoltà strutturali e tecniche

Il problema è amplificato dall’assenza di un terzino sinistro di ruolo: Dorval si adatta, ma ogni volta che il gioco si sviluppa a sinistra la squadra finisce per rientrare sul destro, perdendo tempo e fluidità. A questo si aggiunge la difficoltà contro avversari che fanno del pressing la loro arma migliore. Se l’idea è attirare avanti la squadra rivale per poi verticalizzare, bisogna trovare passaggi rapidi e soprattutto precisi, altrimenti la palla lunga diventa quasi inevitabile. Ma senza un centravanti con grande fisicità, capace di vincere i duelli aerei, il rischio è di non tenere il pallone, perdere la sponda e anche il possesso, ritrovandosi così “punto e da capo”.

Il rischio di un boomerang

Così, invece di aprire il campo, il Bari finisce per restare schiacciato: quando prova a ripartire, lo fa in inferiorità numerica, vanificando la possibilità di colpire. È chiaro che la costruzione dal basso non vada bocciata a priori, anzi: se ben eseguita è un’arma moderna e indispensabile. Ma per praticarla servono tempi giusti, interpreti adeguati e un livello di precisione quasi perfetto. Altrimenti si rischia di trasformarla in un boomerang, come accaduto a Modena, lasciando punti preziosi a squadre che sanno come punire ogni errore.