La quarta giornata di campionato ha lasciato il Bari con l’amaro in bocca, culminando in una sconfitta contro il Palermo che segna la terza battuta d’arresto in appena quattro partite. Questa serie negativa ha spinto i biancorossi al diciannovesimo posto in classifica, con un solo punto all’attivo, e la zona retrocessione si profila già minacciosamente vicina. Il malcontento tra i sostenitori è palpabile, e le reazioni sui social media riflettono una profonda delusione per un avvio di stagione decisamente al di sotto delle aspettative.
Critiche e malumori a Bari
Il collettivo del Bari ha attirato su di sé aspre critiche da parte della sua tifoseria. Molti osservatori lamentano una palese mancanza di incisività offensiva, descrivendo la squadra come “sterile” e “inconcludente”. Il sentimento diffuso è che la rosa, pur apparendo promettente sulla carta, “si smaterializzi” sul campo, incapace di imporre il proprio gioco e finendo per subire l’iniziativa degli avversari. Giocatori chiave, da cui ci si attendeva un ruolo di traino, sono percepiti come “evanescenti” e “inefficaci”, con alcuni tifosi che attribuiscono parte delle difficoltà a una condizione fisica non ottimale di molti elementi, ancora in fase di recupero da infortuni. Questa carenza di brillantezza atletica è vista come un fattore determinante che sta compromettendo le prestazioni collettive, contribuendo a un “nulla cosmico” in fase offensiva che ricorda le difficoltà delle stagioni passate.
Caserta nel mirino
Le critiche non risparmiano la guida tecnica e le scelte societarie. Diversi commenti mettono in discussione la capacità dell’allenatore di infondere una mentalità vincente e di proporre idee tattiche chiare, arrivando a suggerire una mancanza di leadership in panchina. Le decisioni sul mercato estivo sono anch’esse sotto esame, con particolare riferimento alla campagna acquisti che, secondo alcuni, si è rivelata “deludente” e ha lasciato la squadra con un organico completato troppo tardi. Vengono sollevati dubbi su specifiche operazioni, come la cessione di alcuni centrocampisti ritenuti fondamentali per l’equilibrio della squadra, a favore di nuovi innesti che non sembrano aver colmato il vuoto. C’è una chiara nostalgia per quei giocatori che in passato garantivano solidità e recuperavano un gran numero di palloni, la cui assenza è ora percepita come una delle cause principali delle “falle” e della “mediocrità generale” che affliggono il centrocampo. In questo contesto di insoddisfazione, non mancano le voci che invocano un cambio di rotta, suggerendo persino il ritorno di un ex tecnico per rimettere in sesto una rosa che, a detta di alcuni, avrebbe il potenziale per ambire a traguardi ben più prestigiosi.
Le giustificazioni
Nonostante il coro di critiche e la profonda delusione, emergono anche tentativi di analisi più equilibrate della situazione. Alcuni sostenitori suggeriscono che il Bari, nella sua configurazione attuale, sia intrinsecamente una squadra da metà classifica, e che la sua posizione attuale sia in parte dovuta a un calendario iniziale particolarmente arduo. Si evidenzia come le prime quattro partite abbiano visto i biancorossi affrontare avversari di “fascia più alta” e, per di più, in ben tre occasioni in trasferta. Questa prospettiva suggerisce che un avvio diverso, magari con più incontri casalinghi contro squadre neopromosse, avrebbe potuto portare a un bottino di punti più consistente, collocando la squadra in una posizione più confortante. In mezzo a questa tempesta di risultati negativi e prestazioni opache, un singolo elemento ha saputo distinguersi e raccogliere unanime apprezzamento: il portiere. Le sue parate e la sua presenza tra i pali sono state riconosciute come fondamentali per evitare passivi ben più pesanti, ergendosi a unica certezza e punto fermo in un inizio di stagione altrimenti disastroso per i colori biancorossi.