Bari: unione e cordoglio in campo il 17 agosto

L’ex Cardascio: “Bari piazza troppo importante per essere seconda squadra”

Carlo Cardascio, cresciuto nelle giovanili biancorosse offre la sua prospettiva sul futuro del Bari. Dubbi sul centrocampo e la progettualità, con il calo abbonamenti che riflette il malcontento. Ecco le sue parole.

Carlo Cardascio, ex calciatore cresciuto nelle giovanili del Bari, ha offerto una prospettiva chiara sul futuro della squadra biancorossa e sulle dinamiche del calciomercato. Le sue osservazioni toccano l’arrivo del tecnico Fabio Caserta e l’inserimento di nuovi volti come Partipilo e Rao, oltre a valutare l’impatto delle partenze di giocatori chiave come Maiello, Maita e Benali, elementi che stanno ridefinendo l’assetto del centrocampo e le ambizioni di promozione in Serie A. Ecco le sue parole rilasciate a TuttoBari.

L’arrivo di Caserta e i primi innesti

L’ex biancorosso Cardascio ha espresso un’interessante curiosità riguardo la nomina di Fabio Caserta come nuovo allenatore del Bari. Cardascio vede in Caserta un tecnico giovane e ambizioso, una scelta che, a suo parere, “potrebbe rivelarsi vincente, soprattutto considerando alcuni innesti mirati come quello di Partipilo, motivato anche dal ritorno vicino casa dopo un periodo con poco spazio altrove”. L’arrivo di Partipilo, dunque, è visto come un potenziale rinforzo significativo, capace di portare nuova linfa e motivazione all’interno del gruppo. Questa mossa di mercato, unita alla guida di Caserta, suggerisce un tentativo di rinnovamento tattico e di mentalità per la squadra pugliese, con l’obiettivo di costruire una rosa competitiva per il campionato di Serie B.

Il reparto offensivo e le sue potenzialità

Analizzando il reparto avanzato del Bari, Cardascio ha evidenziato la centralità di Sibilli: “Per la Serie B è un giocatore importante, come già dimostrato due stagioni fa nella corsa salvezza”. La sua presenza è considerata cruciale per le dinamiche offensive della squadra. Riguardo ai due terminali d’attacco, Gytkjær e Moncini, l’ex calciatore ha sottolineato come le loro diverse caratteristiche possano offrire “buone soluzioni”. In particolare, su Gytkjær, Cardascio ha aggiunto che “vorrà probabilmente far vedere quanto vale dopo la stagione in chiaroscuro a Venezia”. Questa analisi suggerisce che l’attacco del Bari, pur con elementi di valore, necessita di trovare la giusta amalgama e motivazione per esprimere appieno il proprio potenziale e garantire un contributo decisivo in termini di gol e prestazioni.

Le perplessità sul centrocampo e la strategia di mercato

Nonostante alcuni innesti, il giudizio di Cardascio sul mercato del Bari rimane sospeso, con chiare perplessità sulla direzione intrapresa dalla società. “Le mosse della società non trasmettono l’idea di un progetto immediato per la promozione in Serie A”, ha dichiarato l’ex biancorosso. La critica si concentra in particolare sul centrocampo, ritenuto “privo di esperienza, non sembra compatibile con un assalto deciso alle prime posizioni: in Serie B servono quantità e corsa oltre alla qualità, e soprattutto un regista in grado di prendere in mano la squadra dopo le partenze di giocatori come Maiello, Maita e Benali”. Le uscite di questi tre giocatori, infatti, hanno lasciato un vuoto che, secondo Cardascio, non è stato adeguatamente colmato.

Il rapporto con la tifoseria e la questione della “seconda squadra”

Un aspetto cruciale toccato da Cardascio riguarda il legame tra la tifoseria e la proprietà, con un’analisi schietta sul calo degli abbonamenti. L’ex calciatore ha interpretato questo rallentamento come una forma di protesta silenziosa e comprensibile nei confronti della gestione De Laurentiis. “Sembra davvero la seconda squadra del Napoli, destinata a valorizzare giovani in prestito come Rao. Bari è una piazza troppo importante per essere una seconda squadra di qualcuno. Il problema è l’assenza di progettualità, non si è ancora capito a cosa punta la società”, ha affermato Cardascio in conclusione.