Un punto che sa di sconfitta. Nonostante la striscia di tre risultati utili consecutivi, il pareggio ottenuto a La Spezia in superiorità numerica per quasi un’ora di gioco lascia l’amaro in bocca e solleva nuovi interrogativi sul reale stato di forma del Bari. La sosta per le nazionali arriva come un’occasione preziosa per riflettere e correggere una rotta che appare ancora incerta.
Alla ricerca di un’identità
La squadra guidata da Fabio Caserta appare ancora priva di una bussola, un’anima che possa guidarla con continuità. Durante le partite si alternano sprazzi di buon gioco a momenti di confusione totale, in cui la squadra sembra perdere le proprie certezze. Il problema non sembra risiedere nei moduli, che sono stati spesso cambiati, ma in una fragilità mentale che impedisce ai biancorossi di gestire i momenti chiave delle partite e di imporre il proprio gioco, anche quando le condizioni sono favorevoli. Manca il coraggio di osare, di prendere in mano le redini del destino e di scrollarsi di dosso le paure.
Le note positive e la sfida col Frosinone
Non tutto è da buttare, però. Il ritorno al gol di Gytkjaer rappresenta una boccata d’ossigeno per l’attacco, mentre la sicurezza mostrata da Cerofolini tra i pali e l’emergere di alcuni giovani talenti costituiscono le fondamenta da cui ripartire. Questi segnali, tuttavia, rimangono isolati in un contesto generale di fragilità. La pausa sarà fondamentale per lavorare su questi aspetti e ritrovare le energie fisiche e mentali. Al rientro, il prossimo impegno vedrà i biancorossi affrontare il Frosinone al San Nicola. Sarà un appuntamento cruciale, un vero e proprio esame di maturità che potrà dare risposte definitive sulla capacità della squadra di cambiare marcia e dare un senso a una stagione finora vissuta tra alti e bassi, davanti a una tifoseria che chiede solo di potersi entusiasmare.




