Igor Protti, il docufilm girato a Bari: "Amo la città, deve tornare in Serie A"

Buon compleanno Igor Protti! La battaglia, il Bari da capocannoniere e un solo rimpianto

Igor Protti, icona del calcio, condivide la sua battaglia per la salute e ripercorre una carriera straordinaria. Dal titolo di capocannoniere con il Bari alla promessa mantenuta a Livorno, un viaggio tra successi, affetti e un solo rimpianto personale.

Igor Protti, icona del calcio italiano, ha recentemente condiviso con il pubblico la sua battaglia contro una neoplasia, un gesto che ha rafforzato il legame indissolubile con i suoi tifosi. Mentre il 24 settembre 1967 segna la sua nascita, celebrando il suo 58° compleanno, il mondo del calcio si stringe attorno a lui, ammirando la sua trasparenza e la sua forza. Le sue parole offrono uno spaccato profondo non solo sulla sua vita personale, ma anche su una carriera ricca di successi e momenti indimenticabili.

La battaglia di Protti

La decisione di Protti di rendere pubblica la sua condizione di salute, iniziata con una diagnosi nel luglio scorso e proseguita con cicli di chemioterapia e l’annuncio di una radioterapia agli inizi di questo mese, è stata dettata da un profondo rispetto per chi lo ha sempre sostenuto. “Ho sentito il bisogno di informare le tante persone che mi hanno dimostrato affetto nel corso degli anni,” ha dichiarato, sottolineando come la vicinanza ricevuta attraverso messaggi e telefonate sia stata un’ulteriore conferma del calore dei tifosi, “la vera anima del calcio.” Questo gesto ha evidenziato ancora una volta il rispetto che Protti ha saputo guadagnarsi in ogni piazza in cui ha giocato, frutto di un impegno costante e totale.

Una carriera da sogno

La carriera di Protti, iniziata nel Rimini e conclusa a Livorno nel maggio 2004, è un mosaico di successi inaspettati. Dalla Serie A, dove ha conquistato il titolo di capocannoniere con il Bari, alle vittorie in Serie B e C con il Livorno, fino alle esperienze in club prestigiosi come Lazio e Napoli e la partecipazione alle coppe europee. “Non avrei mai immaginato di raggiungere questi traguardi,” ha affermato, esprimendo piena soddisfazione per un percorso che lo ha visto anche ricevere la cittadinanza onoraria a Bari e Livorno.

Il legame tra Protti e Bari

Il periodo trascorso a Bari rappresenta una delle pagine più significative della sua carriera. Nonostante la retrocessione della squadra in Serie B, Protti si distinse come capocannoniere della Serie A. “A Bari avrei volentieri continuato anche in cadetteria,” ha rivelato, “ma l’offerta della Lazio fu irrinunciabile.” Il suo legame con la città pugliese rimane forte, testimoniato anche dalla cittadinanza onoraria, un simbolo dell’affetto reciproco tra il giocatore e la tifoseria biancorossa.

Livorno, la promessa mantenuta e il “ritorno” della 10

Livorno è stata la sua casa calcistica per nove anni complessivi, un luogo dove ha mantenuto una promessa fatta a se stesso nel 1988: riportare la squadra in Serie B, e poi addirittura in Serie A. La sua maglia numero 10 fu ritirata in suo onore, un gesto che lo lusingò profondamente. Tuttavia, Protti decise di “restituire” il numero al club, riconoscendo il valore simbolico del 10 come “il numero perfetto del calcio, quello che fa sognare i bambini.” A Roma, con la Lazio, è ricordato per il gol nel derby del maggio 1997, una rete che pareggiò i conti contro la Roma di Balbo nei minuti finali, un momento iconico per i tifosi biancocelesti.

Tra Napoli, Reggiana e un rimpianto personale

Le esperienze a Napoli e Reggiana furono segnate da maggiori difficoltà. A Napoli, la squadra affrontò una profonda crisi societaria, con un susseguirsi di quattro allenatori e la retrocessione in Serie B. Dopo un breve ritorno alla Lazio, dove vinse la Supercoppa di Lega contro la Juventus, Protti si trasferì a Reggio Emilia, vivendo un’altra stagione sfortunata. Tra i suoi rimpianti, spicca l’assenza del padre, scomparso l’anno prima del suo debutto in Serie A nel 1994. Una curiosità, invece, riguarda la sua riflessione su cosa sarebbe accaduto se avesse accettato l’offerta della Primavera del Milan nel 1985.