L'ex Armenise duro: "Bari? Squadra senza coraggio. Dorval spaesato"

Bari, Armenise senza filtri: “La multiproprietà frena la Serie A”

L’ex biancorosso Pietro Armenise analizza la situazione del Bari, evidenziando la mancanza di programmazione, il nodo multiproprietà e le ripercussioni sul mercato e sulla mentalità della squadra.

Pietro Armenise, figura storica del calcio barese, ha offerto una prospettiva approfondita sulla situazione del Bari, andando oltre la semplice analisi delle prestazioni sul campo. Le sue parole hanno toccato nervi scoperti della gestione societaria e delle ambizioni del club, fornendo uno spaccato critico ma costruttivo sul futuro biancorosso.

La programmazione assente e la pazienza che manca

Secondo Armenise, la radice dei problemi risiede nell’assenza di una visione a lungo termine. Ha sottolineato come i continui stravolgimenti, sia a livello tecnico che di rosa, richiedano tempo per consolidarsi. “Quando si rinnova completamente una squadra e si cambia guida tecnica, è naturale che serva pazienza,” ha affermato, “ma a Bari questa virtù sembra mancare. La società dovrebbe comunicare con chiarezza che si sta costruendo un percorso, che i risultati arriveranno gradualmente. Invece, l’assenza di un messaggio chiaro alimenta aspettative immediate, e al primo passo falso si scatena la contestazione.”

Il nodo multiproprietà e l’ostacolo Serie A

Il tema della multiproprietà è stato individuato come un ostacolo insormontabile per le massime aspirazioni. Armenise ha evidenziato una dinamica paradossale: “Se il Bari dovesse raggiungere la Serie A, la proprietà sarebbe costretta a cedere il club. Questo scenario indebolirebbe la posizione contrattuale, poiché tutti sarebbero consapevoli dell’obbligo di vendita. Per questo motivo, non percepisco un autentico desiderio di puntare con decisione alla promozione immediata; sarebbe come mettersi in una situazione scomoda. Fino a quando la questione della multiproprietà non sarà risolta, il Bari rimarrà in una sorta di limbo.” Ha inoltre aggiunto che la proprietà non intende cedere il club prima del 2028.

Mercato e patrimonio tecnico: il pensiero di Armenise

Questa incertezza si riflette, a suo dire, anche sulle strategie di mercato. “Il club non possiede un numero elevato di giocatori di proprietà, il che significa che il patrimonio tecnico è limitato,” ha spiegato. “Se si presenta un acquirente interessato, bene, altrimenti si prosegue con l’assetto attuale. È vero che la rosa è stata rinnovata, ma senza fondamenta solide. E senza una base stabile, ogni stagione si è costretti a ripartire da zero.”

L’atteggiamento del tecnico e la reazione della squadra

Anche l’atteggiamento in campo è stato oggetto di osservazione. L’ex calciatore ha espresso perplessità riguardo alla condotta del tecnico in una partita specifica. “Nelle gare amichevoli, l’allenatore mostrava grande energia e capacità di motivare,” ha commentato, “ma in una recente trasferta, è apparso meno incisivo, quasi sopraffatto dalle difficoltà. Un Bari con questa mentalità non trasmette segnali positivi, né sul terreno di gioco né al di fuori.”

I principi del calcio e le carenze attuali

Armenise ha concluso la sua analisi con una riflessione sui principi fondamentali del calcio. “Il gioco del calcio non necessita di essere reinventato,” ha dichiarato. “Le tattiche di base sono consolidate, ma ciò che serve è audacia, carattere e la capacità di estrarre il massimo potenziale da ogni singolo giocatore. A Bari, purtroppo, questi elementi cruciali sembrano mancare. E senza pilastri chiari, anche i progetti più ambiziosi rischiano di rimanere semplici intenzioni.”

L’impegno di Armenise nel calcio giovanile

Al di fuori delle dinamiche del Bari, Pietro Armenise continua a dedicarsi al mondo del calcio, concentrandosi sulla formazione dei giovani. Attualmente ricopre il ruolo di responsabile tecnico presso la Flaminio Calcio, una scuola che ha ripreso le attività dopo un periodo di pausa. “Mi impegno per far crescere questi ragazzi nell’uno contro uno, ma è una sfida ardua, perché tutti desiderano vincere,” ha raccontato. Ha anche menzionato un’opportunità professionale che si era presentata con il Cosenza, ma che non si è concretizzata, dopo una precedente esperienza a Taranto.