Bari, occhio a Pohjanpalo: già tre gol in campionato per il finlandese

Bari, quali sono i problemi? Inizi da incubo e lacune difensive

Il Bari affronta un momento difficile dopo la sconfitta per 3-0 contro il Modena. Lacune difensive, approcci iniziali problematici e una condizione fisica da migliorare mettono in discussione l’assetto della squadra.

Il Bari ha subito una pesante sconfitta per 3-0 contro il Modena al “Braglia”, un risultato che ha gelato le aspettative dopo un mercato promettente. Questa battuta d’arresto ha evidenziato lacune già percepite, trasformando una timida fiducia in un amaro risveglio. Come spesso accade, i segnali premonitori raramente si rivelano infondati, e i numeri, d’altra parte, non mentono mai, dipingendo un quadro di difficoltà che la squadra biancorossa dovrà affrontare con urgenza per non compromettere il proprio percorso.

L’assetto tattico e le scelte sotto esame

L’assetto tattico del Bari, basato sul 4-3-3 voluto da Fabio Caserta, è ora sotto esame. Sebbene la squadra sia stata costruita attorno a questa filosofia, emergono dubbi sulla sua funzionalità. La scelta di schierare terzini come Dickman e Dorval, meno inclini alla fase di contenimento, unita a centrocampisti come Verreth e Pagano, non particolarmente votati all’interdizione, e un tridente offensivo, sembra configurarsi come un lusso insostenibile. Questa configurazione, che privilegia la qualità, necessita di un supporto maggiore in termini di corsa, muscoli e intensità per non esporre la retroguardia a rischi eccessivi. La carenza di centrali difensivi rende difficile l’adozione di una difesa a tre, mentre il numero limitato di attaccanti puri complica l’ipotesi di un modulo a due punte, lasciando gli esterni in abbondanza senza una chiara collocazione. Riconsiderare gli uomini schierati e il loro ruolo specifico appare una necessità impellente per trovare un equilibrio funzionale.

Gli inizi da incubo e la fragilità difensiva

Il Bari continua a mostrare una preoccupante tendenza a partire ad handicap, una costante che mina le fondamenta di ogni tentativo di costruire un risultato positivo. Questa fragilità iniziale si è manifestata in modo evidente anche nella sfida contro il Modena, dove il primo svantaggio è arrivato al 32′ su calcio di rigore trasformato da Gliozzi. Tale dinamica non è un episodio isolato: in precedenza, la squadra aveva già subito un gol dopo appena nove minuti nella prima giornata e, contro il Monza, Mota Carvalho aveva colpito dopo meno di 120 secondi. Questa incapacità di mantenere la porta inviolata per un intero tempo di gioco rende ogni partita una rincorsa estenuante, un’impresa ardua in un campionato noto per il suo equilibrio. L’approccio iniziale, talvolta caratterizzato da insufficiente attenzione e furore agonistico, si rivela un ostacolo insormontabile per la squadra di Caserta, costretta a inseguire fin dalle prime battute.

Difficoltà offensive e condizione fisica

La ripresa della gara contro il Modena ha confermato le difficoltà del Bari, con un atteggiamento che, una volta raggiunto lo 0-2, è apparso arrendevole, rendendo impossibile una rimonta. Il terzo gol subito, siglato da Pedro Mendes sui titoli di coda, ha suggellato una sconfitta netta e ha evidenziato ulteriormente le lacune difensive. Oltre ai problemi in fase di contenimento, la squadra manifesta una scarsa precisione sotto porta, come dimostrano le sole due marcature realizzate in tre giornate. Questo dato pone il Bari tra le formazioni meno prolifiche del campionato, con un rendimento offensivo che non riesce a concretizzare le occasioni create. La condizione fisica generale della squadra appare inferiore rispetto a quella degli avversari, con diversi elementi chiave come Castrovilli, Partipilo, Antonucci e Maggiore lontani dai loro standard ottimali. Anche giocatori come Darboe, Gytkjaer e Cerri, non ancora pienamente integrati o utilizzati, rappresentano incognite che pesano sull’amalgama e sui meccanismi di gioco, rendendo evidente come la sosta non abbia prodotto i benefici sperati.

I numeri impietosi della retroguardia

I numeri non lasciano spazio a interpretazioni e dipingono un quadro preoccupante per la retroguardia del Bari. Con ben sei reti incassate in tre partite, la media di due gol a gara è decisamente troppo elevata per una squadra con ambizioni. Solo la Sampdoria e il Pescara hanno subito un numero maggiore di reti, un dato che colloca il Bari tra le difese più vulnerabili del campionato. La fragilità si manifesta in diverse situazioni: azioni manovrate avversarie concluse con eccessiva facilità, conclusioni dalla distanza che sorprendono la difesa, percussioni centrali prive di opposizione, rigori causati da ingenuità, come quello di Dorval, e gol subiti su calci piazzati, come il colpo di testa di Pedro Mendes.