Guerrero: “Vi racconto come nacque l’esultanza del trenino”

Miguel Guerrero racconta i suoi giorni a Bari, tra amicizie sincere e l’iconica esultanza del “trenino”

Nel cuore dei tifosi del Bari, ci sono momenti che restano indelebili, come l’esultanza del “trenino” che ha segnato un’epoca. Miguel Guerrero, ex attaccante biancorosso, ci riporta a quei giorni di amicizia in un’intervista a La Repubblica.

I ricordi in biancorosso

Guerrero ricorda con affetto il suo arrivo a Bari, dove ha trovato veri amici nello spogliatoio: “Nello spogliatoio biancorosso ho trovato dei veri amici, a cominciare da Amoruso. Mi è stato di grande aiuto, ricordo che mi accompagnava persino a scegliere i vestiti. E ogni giorno mi aiutava a imparare delle parole di italiano, ma non solo. Perché lui, Bigica, il massaggiatore Ferrara e il magazziniere che tutti chiamavano Piripicchio mi fecero un corso accelerato di dialetto. Naturalmente, le parole che imparavo prima erano le parolacce, che ancora oggi ricordo”.

Il mitico trenino

Un altro ricordo indelebile è l’esultanza del “trenino”, provata per la prima volta a Padova e poi diventata iconica nella vittoria contro l’Inter a San Siro: “Mi fa un piacere immenso pensare che per i tifosi del Bari resti l’esultanza più bella. Lo avevamo provato a Padova, poi arrivò la vittoria a San Siro. Il primo gol lo segnai io, ma non pensavo che gli altri si volessero accodare e rinunciai. Al secondo gol di Tovalieri, vidi che si misero tutti in fila e iniziò la festa”.