Moncini, reduce da una stagione con 5 gol e 1 assist in 24 presenze, di cui 13 da titolare, si inserisce in una lunga lista di “arieti” che negli ultimi dieci anni hanno vestito la maglia del Bari con l’obiettivo di fare la differenza. La sua acquisizione rappresenta una nuova scommessa per il reparto offensivo, nella speranza di trovare finalmente quel finalizzatore capace di guidare la squadra verso traguardi importanti.
Moncini, la nuova speranza per l’attacco biancorosso
L’arrivo di Gabriele Moncini al Bari riaccende le speranze dei tifosi e della dirigenza di aver individuato il profilo giusto per il ruolo di punta centrale. L’attaccante, che ha militato nel Brescia, porta con sé un bagaglio di esperienza e numeri che, seppur non eclatanti, suggeriscono una certa affidabilità. La sua capacità di agire da “ariete” d’area, proteggendo palla e finalizzando l’azione, è esattamente ciò che il Bari ha cercato con insistenza nelle ultime stagioni. La storia recente del club pugliese è costellata di tentativi in questo ruolo, con risultati spesso altalenanti. Moncini si trova ora di fronte alla sfida di invertire questa tendenza, dimostrando di poter essere il perno offensivo attorno al quale costruire una cavalcata vincente.
Un decennio di “arieti”: tra meteore e delusioni
Negli ultimi dieci anni, il Bari ha visto passare numerosi attaccanti centrali, molti dei quali non sono riusciti a lasciare un segno indelebile. Riccardo Maniero, arrivato nell’estate 2015 con grandi aspettative, ha segnato 10 gol nella stagione 2015-16, ma non è bastato per il salto di qualità. Gaetano Monachello, nell’estate 2016, e Libor Kozák, nell’estate 2017, sono stati esempi di scommesse che non hanno ripagato, con il primo rivelatosi una meteora e il secondo incapace di incidere nonostante un curriculum internazionale. Anche Leonardo Candellone, nell’estate 2020, in prestito, non ha trovato la via del gol in 26 presenze. Più recentemente, Marco Nasti, nell’estate 2023, pur mostrando alcuni lampi e gol importanti, ha evidenziato una fragilità fisica che ne ha limitato l’impatto, non riuscendo a sostenere il reparto come un vero ariete.
Le eccezioni positive: Antenucci e Cheddira, modelli da seguire
Nonostante le numerose delusioni, la storia recente del Bari ha anche offerto esempi virtuosi di attaccanti che hanno saputo fare la differenza. Mirco Antenucci, approdato nell’estate 2019, si è rivelato uno dei migliori acquisti del decennio biancorosso. Con 20 gol al primo anno, ha dimostrato non solo una straordinaria prolificità, ma anche una leadership costante all’interno dello spogliatoio, diventando un punto di riferimento imprescindibile. Un altro caso di successo è Walid Cheddira, arrivato nell’estate 2021 da sconosciuto e capace di imporsi prima in Serie C e poi in Serie B, diventando un simbolo della scalata del Bari. Il suo percorso, fatto di crescita esponenziale e determinazione, rappresenta un’eccezione positiva alla regola, dimostrando come un “ariete” possa trasformarsi in un vero e proprio trascinatore.
Le sfide recenti e il peso delle aspettative su Moncini
La ricerca del centravanti ideale è proseguita anche nelle stagioni più recenti, con risultati che non hanno pienamente soddisfatto le attese. Aurélien Scheidler, acquistato nell’estate 2022 e che non è più di proprietà del Bari, ha mostrato qualche sprazzo di luce, soprattutto a partita in corso, ma è stato penalizzato da una eccessiva incostanza. Kevin Lasagna, arrivato nell’estate 2024, ha contribuito con 7 gol nella stagione appena conclusa, ma senza rappresentare quel salto di qualità che ci si attendeva da un profilo della sua esperienza. Simone Simeri, nell’estate 2018, pur apprezzato per la sua combattività nel biennio di Serie C, non era un finalizzatore di alto profilo. Questo quadro evidenzia la pressione che graverà su Gabriele Moncini.