Dalla serenità delle vacanze in Sardegna, Cristiana Capotondi, figura poliedrica del mondo dello spettacolo e dello sport, ha condiviso profonde riflessioni sul calcio italiano, attingendo alla sua esperienza come ex calciatrice e, in particolare, al suo ruolo di vicepresidente in Lega Pro. Le sue parole, rilasciate durante un’intervista, offrono uno sguardo privilegiato sulle dinamiche del calcio, evidenziando sia le sfide che le eccellenze riscontrate, con un focus particolare sulla gestione dei club e la loro sostenibilità.
L’esperienza in Lega Pro e il modello Bari
Capotondi ha descritto il suo periodo in Lega Pro come una “grande palestra”, un’opportunità unica per comprendere a fondo le complesse meccaniche che regolano il mondo del calcio. Ha sottolineato come molte problematiche ai vertici siano spesso radicate nelle fondamenta del sistema, come la vitalità dei settori giovanili. Tuttavia, la sua esperienza è stata anche costellata di scoperte positive, in particolare riguardo al ruolo sociale dei club e alla loro gestione imprenditoriale. “Ho avuto modo di conoscere storie straordinarie, di grande valenza sociale sul territorio”, ha affermato, ricordando l’impegno dei calciatori durante il periodo della pandemia, un esempio tangibile di solidarietà.
Tra le realtà virtuose che le hanno permesso di comprendere “come dovrebbe essere lo sport”, Capotondi ha citato il Bari. Ha evidenziato come la gestione di Luigi De Laurentiis abbia rappresentato un esempio lampante di come la “sostenibilità economica resti il primo obiettivo” per un club. Questa visione, secondo l’attrice, è cruciale per la salute e la longevità delle società calcistiche, trasformandole in vere e proprie imprese capaci di funzionare in modo eccellente. La sua analisi ha messo in luce l’importanza di una gestione oculata e lungimirante, capace di garantire stabilità e crescita nel tempo.
Sfide e prospettive per il calcio italiano
Nonostante le esperienze positive, Capotondi non ha nascosto le difficoltà incontrate, in particolare la “mancanza di competenze specifiche” e un “atteggiamento verso le donne non rispettoso del genere”. Ha espresso il rammarico per aver “pagato molto il fatto di essere donna e di non venire dal mondo del calcio”, evidenziando le resistenze al cambiamento e all’innovazione nel sistema. Tuttavia, ha ribadito che, nonostante gli ostacoli, l’opportunità di contribuire è stata preziosa e che la rifarebbe “senza esitare”, a testimonianza del profondo legame che la lega ancora oggi alla Lega Pro.
Le sue riflessioni si sono estese anche al calcio di alto livello, con un’analisi appassionata della Serie A e della Nazionale. Ha espresso il desiderio che l’Italia “vada al Mondiale a tutti i costi”, sottolineando l’importanza di ispirare le nuove generazioni di tifosi.